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“Arance rosso sangue”

Il racconto giallo in cui fanno il loro esordio il Vicequestore Aggiunto di Torino Avogadro Masi e il suo braccio destro Sahad. Ambientato durante la battaglia delle arance del Carnevale di Ivrea, nella raccolta "A carne(m)ale ogni delitto vale". Prefazione di Biancamaria Massaro.

Più di settemila quintali di arance.  Sahad non ne ha mai viste così tante  nemmeno nel sabato più folle del mercato di Porta Palazzo, nei suoi  giorni da camallo.

Ha accettato volentieri di  accompagnare il suo amico sbirro,  Avogadro, che per qualche ragione  non vuole saperne di guidare. Sahad  non ha mai lasciato Torino prima, da quando è arrivato da Marrakech.
— Ti piace lo spettacolo, Sahad? — gli chiede Avogadro, strappandolo ai suoi pensieri.
— Da morire — risponde, neanche  troppo ironico. Per quanto indossino entrambi i berretti frigi, segnale che indica che loro sono “civili” e non partecipano alla battaglia, è già stato colpito tre volte di rimbalzo da un’arancia lanciata da un paio di carri da getto e spintonato senza sosta dagli aranceri, mentre arranca in una poltiglia di polpa e bucce di arancia che gli arriva fino alla caviglia.
— Almeno in questo carnevale non se la prendono con i poveri  marocchini. Preferisco quando sono i cristiani a farsi la guerra fra di loro.
Avogadro sorride.

[…]

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